C’è un gesto all’apparenza innocuo che potrebbe rivelarsi un grave errore: ecco cosa (non) fare con il termocamino nelle prossime settimane.
Le serate primaverili possono essere imprevedibili: un giorno il sole ci scalda piacevolmente, ma quello successivo l’aria si fa pungente e il desiderio di un po’ di tepore diventa irresistibile. Così, molti potrebbero essere tentati di accendere il termocamino per scaldare l’ambiente e creare un’atmosfera accogliente. Tuttavia, quello che sembra un gesto semplice e privo di conseguenze potrebbe nascondere insidie che vale la pena conoscere prima di compiere un passo affrettato.

Il termocamino, infatti, non è un semplice caminetto tradizionale, ma un sistema di riscaldamento integrato che coinvolge l’intero impianto della casa. Accenderlo, quindi, non significa solo ottenere calore immediato nella stanza in cui si trova, ma anche attivare un processo più ampio che interessa tutto il circuito termico e, in molti casi, la produzione di acqua calda sanitaria. Ciò comporta una serie di conseguenze che potrebbero rivelarsi poco vantaggiose, soprattutto in un periodo di transizione come la primavera.
Il termocamino tra fine inverno e inizio primavera: perché potrebbe essere un problema
Quando si accende il termocamino, il calore prodotto non viene utilizzato solo per riscaldare l’ambiente circostante, ma si distribuisce nel sistema di riscaldamento domestico. Questo significa che, a meno che non sia presente un sistema di regolazione separato, i termosifoni potrebbero attivarsi in tutta la casa, portando a un innalzamento indesiderato della temperatura anche in stanze che non necessitano di calore. Un dispendio energetico inutile che si traduce in un aumento dei consumi e, di conseguenza, dei costi.

Inoltre, durante le mezze stagioni il riscaldamento centralizzato è spesso già spento o regolato su livelli minimi, quindi la sua attivazione improvvisa potrebbe alterare l’equilibrio termico dell’abitazione. Il rischio è quello di creare sbalzi di temperatura che potrebbero rendere gli ambienti meno confortevoli e aumentare la percezione di umidità. C’è poi la questione dell’acqua sanitaria. Se il termocamino è collegato anche alla produzione di acqua calda, accenderlo significa incrementare la temperatura dell’acqua nei circuiti. Questo potrebbe risultare utile se vi è una reale necessità di acqua calda in casa, ma in caso contrario si tratterebbe di un ulteriore spreco energetico.
Morale: accendere il termocamino in primavera non è necessariamente una cattiva idea, ma richiede una valutazione attenta. Se il desiderio di calore è circoscritto a un’unica stanza, potrebbe essere più conveniente optare per una soluzione alternativa, come una coperta in più o una stufa elettrica a basso consumo. In alternativa, è consigliabile verificare se il proprio impianto consente un utilizzo mirato del termocamino, evitando inutili sprechi.