Certe mode diventano virali presto ma possono diventare anche molto pericolose se applicate nel mondo reale: il Task-Masking sta mettendo in pericolo l’economia del nostro Paese e non solo.
Se un tempo a dettare moda erano stilisti e personaggi del mondo dello spettacolo, oggi sono i social che lanciano sfide e tendenze. Alcune certamente virtuose come, ad esempio, il mese senza alcool o il mese dedicato all’alimentazione vegetale o sfide per aiutarci a risparmiare. Altre, però, decisamente meno “nobili” se non, addirittura, pericolose.

Ricorderemo tutti le assurde sfide, di qualche anno fa, su Tik Tok in cui si invitavano adolescenti e, persino, bambini a fingere lo strangolamento fino a perdere i sensi: sfida che ha causato la morte di diversi ragazzini. La moda degli ultimi tempi, invece, è il “task-masking”.
Questa sfida non si rivolge agli adolescenti o ai bambini ma, più che altro, ai giovani intorno ai 25-30 anni, la “generazione Z” insomma. In cosa consiste? Più che una sfida è un insieme di suggerimenti per stare in ufficio senza fare nulla ma fingendo di essere super impegnati. Nel prossimo paragrafo vediamo come è nata questa moda e quali conseguenze – devastanti!- può avere sul lungo periodo.
Task-Masking: come non lavorare ma essere super impegnati
Il mondo del lavoro, dalla pandemia di Covid in avanti, è cambiato in modo radicale e sempre più aziende hanno optato per lo smart working, cioè il lavoro agile, il lavoro da casa che consente di ottimizzare i tempi. Da qualche tempo, però, molti sono dovuti rientrare in ufficio. E allora che fare? E’ da qui che è nata la moda del “Task-Masking”.

La generazione Z è quella che forse ha pagato più delle altre il peso della pandemia di Covid. Si tratta di ragazzi e ragazze che, quando tutto è iniziato, avevano circa 25 anni o meno, ragazzi che si affacciavano al mondo del lavoro in un momento in cui tutto era completamente stravolto. Una cosa buona, però, pure il Covid ce l’ha portata: la consapevolezza che, per quanto il lavoro sia importante, il nostro benessere psicofisico lo è di più.
Il punto sta nel saper conciliare tutto: scegliere un lavoro che piaccia e gratifichi non solo dal punto di vista economico e, al tempo stesso, avere anche tempo per se stessi e per i propri hobbies. Le generazioni precedenti, in un modo o in un altro, hanno trovato la quadra per incastrare tutto: la generazione Z vuole riscrivere le regole e non ci sta a dover tornare per forza in ufficio dopo la fine dell’emergenza pandemica.
Così su Tik Tok ha preso piede a moda del “Task-Masking”: suggerimenti su come stare in ufficio senza fare nulla per 8 ore o quasi ma sembrando sempre super impegnati e iper concentrati sui propri compiti. Un grande classico consiste nel chiamare un’amica e fingere di essere al telefono con un cliente oppure scrivere in modo molto rumoroso al computer anche se, in realtà, non si sta scrivendo nulla.

Ma i consigli non finiscono qui: un’altra strategia infallibile per sembrare super occupati consisterebbe nel camminare avanti e indietro per la stanza in modo rumoroso e con la propria agenda in mano e nel lamentarsi per la troppa fatica almeno ogni 30 minuti. Va da sé che questa “moda” è deleteria sia a livello personale che a livello socioeconomico.
A livello personale non insegnerà mai ai giovani a cercare un lavoro che amano e impegnarsi per crescere e migliorare: farà vedere loro il lavoro come un nemico a cui sopravvivere e non come un motivo di soddisfazione personale. A livello economico, ovviamente, avere eserciti di lavoratori che fingono di lavorare ma non fanno nulla, è deleterio per le aziende e, di conseguenza, per l’economia di tutto il Paese.