A molti può capitare di dover donare soldi a un figlio attraverso un bonifico, in casi simili c’è una causale ben precisa da inserire per evitare controlli da parte del Fisco.
In un periodo come quello che stiamo vivendo in cui si sono registrati aumenti che hanno riguardato un po’ tutti i settori è quasi naturale arrivare a fine mese con l’acqua alla gola o quasi. I disagi maggiori si possono verificare, come è facile immaginare, se tra le varie spese che si devono sostenere ci sono anche quelle previste per mutuo o affitto, a maggior ragione se non si ha un lavoro stabile che dà un guadagno garantito, situazione che può riguardare moltissime persone. È anche per questo che diversi genitori si ritrovano a dover donare soldi a un figlio attraverso un bonifico, così da poter taponare una fase di difficoltà più o meno lunga.

Agire attraverso una transazione bancaria è spesso la scelta migliore, visto che non comporta la necessità di dover effettuare un prelievo e avere contanti in casa, oltre a poter scegliere, se necessario, di destinare allo scopo anche una cifra non bassa. In casi simili, però, è bene agire in modo consapevole seguendo le procedure che sono previste, a volte infatti può bastare anche solo una piccola leggerezza per finire nel mirino del Fisco.
Come evitare problemi quando si donano soldi a un figlio con un bonifico
Fare un bonifico è ormai diventato semplicissimo anche per chi ha grande praticità con le varie situazioni bancarie, possono infatti bastare pochi clic su PC o smartphone per portare a termine l’operazione. Questo vale sia quando si ha una scadenza da rispettare, sia quando invece si vuole fare qualcosa che è altrettanto importante, come accade quando si vogliono donare soldi a un figlio per aiutarlo in un momento di difficoltà.
Pur essendo un’operazione più che legittima, ci sono dei “paletti” che è importante rispettare se non si vogliono destare sospetti ed essere oggetto di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, situazione che può avere conseguenze poco piacevoli. L’attenzione maggiore dovrebbe essere rivolta in modo particolare a un aspetto che spesso tendiamo a trascurare, ma che risulta essere determinante quando si fanno delle verifiche: la causale. Il termine si riferisce alla motivazione che ha portato al trasferimento di denaro e serve proprio a giustificare al Fisco quale sia il motivo che ha portato al trasferimento di denaro (non è obbligatoria).

Non è detto comunque, è bene precisarlo, che la transazione avvenga solo quando si è davvero in emergenza economica e si ha bisogno di una somma ingente. È il caso, ad esempio, dei regali di Natale o di compleanno, quando ci si può limitare a qualche centianaia di euro, ma anche questo potrebbe generare sospetti se non ci si muove correttamente. Indicare semplicemente “regalo” può essere una definizione giusta , ma non la più appropriata, sarebbe molto meglio essere più specifici ed evitare equivoci, quindi sono preferibili espressioni come “Regalo papà a mia figlia Eleonora”. Essere ancora più precisi in merito alla motivazione del trasferimento di denaro può essere ritenuto qualcosa di ancora più positivo, come “Regalo per la laurea di mio cugino Nicola”.

Altrettanto apprezzata può essere la parola “donazione” in alternativa a “regalo”, ideale se si vogliono eliminare dubbi e far pensare che si tratto di un pagamento relativo a una commissione fatta o altro. Pur trattandosi di qualcosa di facoltativo, l’indicazione della causale quando si decide di donare soldi a un figlio permette di sentirsi più protetti. Si esclude così che si tratti di una sorta di reddito o gratifica economica, che sarebbe da ritenersi tassabile, come precisato anche dalla Cassazione in una sentenza del 2017.