Permessi per malattia, se fai questo errore ti possono licenziare in tronco per giusta causa

Quando si usano i permessi per malattia bisogna fare attenzione al rischio di licenziamento per giusta causa. Un errore può costare caro.

I permessi per malattia sono disciplinati da una severa normativa che ne stabilisce modalità e criteri di concessione. L’assenza dal posto di lavoro quando si sta male è un diritto del lavoratore che il datore non può negare ma solo se giustificata da un certificato di malattia.

Donna con scatolone in ufficio con colleghi
Permessi per malattia, se fai questo errore ti possono licenziare in tronco per giusta causa (Karmek.it)

Il dipendente può chiedere un permesso per malattia in occasione di visite mediche, cure terapeutiche, terapie per ricadute della malattia, donazione del sangue o del midollo osseo, vaccinazioni e altri casi specifici che impediscono al lavoratore di recarsi sul posto di lavoro. Esistono anche i permessi per malattia del figlio a carico o di un parente qualora sia stata diagnosticata una specifica malattia (è il caso dei malati oncologici).

Se ha diritto al permesso, il dipendente dovrà informare il datore di lavoro fornendo una richiesta scritta nella quale indica le ragioni dell’assenza e dovrà fornire all’azienda il certificato di malattia redatto dal medico curante. Ricordiamo che durante i giorni in cui il lavoratore sarà assente la retribuzione sarà comunque garantita tramite l’indennità di malattia. Questa corrisponde al 100% fino al terzo giorno (corrisposta dall’azienda), al 50% fino al 21esimo giorno (pagata dall’INPS) e al 66,66% fino al 180esimo giorno (pagata dall’INPS).

Ecco quando arriva il licenziamento per malattia

L’ordinanza numero 172 del 7 gennaio 2025 della Corte di Cassazione sottolinea come quando viene meno il rapporto di fiducia tra azienda e dipendente quest’ultimo possa essere licenziato per giusta casa perdendo, così, il diritto alla NASPI. Cosa c’entra questo con i permessi per malattia? Nell’ordinanza si specifica che in caso di trasmissione di un certificato di malattia falso il datore di lavoro può interrompere il rapporto lavorativo con il dipendente presunto malato.

Martelletto del Giudice
Ecco quando arriva il licenziamento per malattia (Karmek.it)

Proprio come accade per l’abbandono del posto di lavoro senza giustificato motivo oppure per l’omessa tempestiva comunicazione dell’assenza per malattia o per gravi offese fisiche e verbali ai colleghi. Quando viene meno la buona fede e l’azienda perde la fiducia il licenziamento è legittimo. La Corte ha valutato il comportamento del dipendente e lo ha giudicato noncurante dell’organizzazione aziendale e un atto di disprezzo verso i colleghi.

Non solo, nel caso sottoposto all’attenzione della Cassazione il colpevole ha reiterato nel tempo compiendo gli stessi comportamenti considerati incompatibili con il contratto lavorativo. Da qui l’accusa di gravi violazioni e inadempimenti contrattuali con conseguente legittimità del licenziamento per giusta causa. La Corte ha sottolineato anche come non sia compito del datore di lavoro dimostrare di aver licenziato il dipendente per tutelare l’azienda in seguito a condotte sbagliate ma è il lavoratore a dover giustificare le condotte. Nel caso in questione è stato impossibile dare giustificazioni fondate arrivando alla conclusione che un falso certificato di malattia legittima il licenziamento per giusta causa.

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