Non basta trasferire denaro senza intoppi: bisogna anche saper dimostrare che è tutto in regola. Ecco come evitare guai con l’Agenzia delle Entrate.
Versare contanti sul proprio conto corrente può sembrare la più innocua e banale delle operazioni, ma agli occhi del Fisco non è così. Basta poco per far scattare un campanello d’allarme: l’Agenzia delle Entrate osserva con attenzione non solo i prelievi, ma anche i versamenti in contanti, poiché potrebbero nascondere redditi non dichiarati. Se non si è in grado di giustificare l’origine del denaro, si rischia di incorrere in verifiche fiscali e di dover fornire prove dettagliate sulla sua provenienza.

Non tutti sanno che ogni versamento effettuato sul conto corrente deve poter essere ricondotto a una fonte chiara e legittima. L’errore più comune è quello di pensare che il proprio denaro, una volta versato, sia al riparo da accertamenti, controlli e/o contestazioni. In realtà, il Fisco può presumere che si tratti di guadagni in nero e richiedere documentazione a supporto. Non basta dichiarare che si tratta di risparmi, regali o vincite: senza prove concrete, l’Agenzia delle Entrate potrebbe comunque considerarlo reddito imponibile.
Guai a non giustificare i versamenti in contanti
Per evitare problemi con il Fisco, è fondamentale predisporre una documentazione chiara e inoppugnabile per ogni somma di denaro versata. Ecco alcuni consigli per evitare spiacevoli conseguenze:
- Regali e donazioni: Se il denaro proviene da un familiare o un amico, è consigliabile redigere una scrittura privata o conservare la traccia della transazione (bonifico con causale “donazione”).
- Vincite e premi: In caso di denaro derivante da giochi o lotterie, è necessario conservare la ricevuta della vincita o una copia del biglietto.
- Prestiti tra privati: Un contratto scritto con data certa e le condizioni del prestito è indispensabile per dimostrare che il denaro non proviene da attività non dichiarate.
- Vendita di beni usati: Se il versamento deriva dalla vendita di un oggetto, meglio avere una copia dell’annuncio online, un atto di vendita o una ricevuta di pagamento tracciabile.

Un aspetto cruciale da ricordare è che l’onere della prova ricade sempre sul contribuente. Se l’Agenzia delle Entrate presume che un versamento sia frutto di redditi non dichiarati, spetta a chi ha effettuato l’operazione dimostrare il contrario. Chi non dispone di documenti adeguati rischia non solo accertamenti fiscali, ma anche sanzioni economiche.
Per proteggersi da possibili contestazioni, la regola d’oro è la tracciabilità: ogni operazione finanziaria dovrebbe essere supportata da documenti verificabili. In tempi in cui il Fisco intensifica i controlli sulle movimentazioni bancarie, essere prudenti e organizzati può fare la differenza.